Intervento di Cavaliere al tavolo interregionale di filiera con gli assessori Rolfi e Mammi
“Guardiamo con favore all’annunciata intenzione di istituire una apposita commissione tecnica interregionale che affronti la crisi della suinicoltura e che vada al contempo a promuovere un nuovo patto di filiera. Nell’ambito di tale patto bisogna puntare con decisione sulla programmazione, con un occhio attento all’andamento del comparto a livello comunitario e alla prossima PAC; è solo ragionando in ottica europea, infatti, che si può pensare di intervenire per programmare la produzione, così da evitare sovrapproduzioni e squilibri di mercato”. Lo ha sottolineato il presidente della Copagri Lombardia Roberto Cavaliere intervenendo a una videoriunione del tavolo interregionale della filiera suinicola, alla quale hanno partecipato gli assessori all’agricoltura della Lombardia Fabio Rolfi e dell’Emilia-Romagna Alessio Mammi.
“I suinicoltori di Lombardia ed Emilia-Romagna si trovano stretti nella morsa tra l’aumento dei costi di produzione, legati in particolare all’alimentazione e alla maggior permanenza degli animali in allevamento, e un calo dei prezzi a loro riconosciuti dovuti all’emergenza Coronavirus, stimabile nell’ordine del 40%, che ha determinato notevoli squilibri di mercato all’interno della filiera e che, dopo un iniziale incremento dei consumi, ha ridotto sensibilmente gli acquisti di prosciutti, con ripercussioni particolarmente gravi sulle produzioni a denominazione d’origine e, a cascata, sull’intero settore”, ha ricordato Cavaliere.
“Per questo è necessario accelerare con l’emanazione del bando per l’acquisto di prosciutti per gli indigenti, anche se i 9 milioni di euro attualmente destinati per tale scopo non sono minimamente sufficienti e andrebbero pertanto implementati sfruttando parte dei 250 milioni stanziati con il DL rilancio”, ha suggerito il presidente della Copagri Lombardia.
“Bisogna poi continuare a lavorare sul versante nazionale per dare liquidità e ossigeno alle aziende e ragionare sull’avvio di un Sistema di qualità nazionale, che attraverso un apposito marchio vada a certificare e contestualmente a valorizzare tutti i tagli di carni suine; altri punti chiave riguardano la previsione di due distinte deroghe riguardanti le superfici garantite agli animali negli allevamenti e l’aumento del peso dei suini, motivabili entrambe con il minor numero di macellazioni legate alla contrazione dei consumi”, ha concluso Cavaliere.